Superbonus 110%, l’allarme: “subito semplificazioni e proroga fino al 2023”

“Abbiamo 12 milioni e mezzo di fabbricati – ha detto ancora Lombardi – l’83% dei quali costruiti tra i 30 e i 40 anni fa, e quasi sicuramente non manutenuti negli anni. Il 40% degli edifici è in classe energetica G, la peggiore, la più energivora, ed il 25% nella classe F. Il Superbonus è una straordinaria occasione per la messa in sicurezza degli edifici e per l’efficientamento energetico. È incredibile che non si riescano a trovare le risorse per finanziarlo: eppure i dati confermano che queste misure fiscali sono in attivo per lo Stato. Dal 1998 al 2020, prima quindi del Superbonus, gli incentivi fiscali per le ristrutturazioni ammontavano a 346 miliardi di euro: lo Stato ha chiuso in utile per 27 miliardi, calcolando tra i benefici anche quelli conseguenti al miglioramento dei servizi e della sicurezza, e alla crescita dell’occupazione”.
“Oggi abbiamo disponibilità per circa 300 miliardi: 221 dal PNRR, 50 dai Fondi per la Coesione e una trentina dai fondi europei per le aree obiettivo 1 della programmazione 2007-2013. Possibile che non si trovino 10 miliardi per finanziare il Superbonus 110% fino al 2023?”.

L’On. Rotta: Proroga condivisibile, si valuterà nella prossima Legge di bilancio. Ma controlli contro le speculazioni

L’On. Alessia Riotta ha annunciato significative novità. “Il Superbonus 110% – ha ammesso – incontra purtroppo delle resistenze in Europa. Gli attuali orientamenti sono per la riconferma dell’agevolazione fiscale per tutto il 2022, ma nella Legge di bilancio 2022 è possibile che si preveda un’estensione al 2023, tenendo però conto dei dati 2021”. L’onorevole ha inoltre denunciato speculazioni su cui saranno attivati controlli: “Registriamo aumenti ingiustificati dei materiali – ha detto – per cui vigileremo: per il cittadino ovviamente cambia poco o niente, potendo fruire di una agevolazione del 110%: ma è importante verificare che non vi siano speculazioni su questi rincari”.